Joao è uno dei guardiani notturni del Centro Nutrizionale.
E’ nato il 25 dicembre del 1972. Il suo sogno fin da bambino era poter studiare
in Germania. A quell’epoca per andare all’estero era necessario avere
un’educazione militare e per questo a quindici anni si è arruolato nelle forze
navali. Nei primi mesi ha affrontato una rigida formazione: imparare a nuotare,
guidare la barca, usare la bussola, il radar, la sonda e altri strumenti utili
nella navigazione. In seguito ha iniziato il suo lavoro vero e proprio, durante
la guerra civile: pilotare le barche sul rio Dos Bons Sinais, il fiume che
bagna la città di Quelimane, per trasportare militari e scorte dalla città
all’isola di Inghassunge. Il suo lavoro è durato otto anni e si è concluso nel
1994 con la fine della guerra civile. Negli anni successivi ha lavorato per
diverse imprese straniere come marinaio, approfittando della sua capacità di
guidare le barche.
Dal 1997 ha iniziato a dedicarsi allo sminamento, lavorando
per l’impresa inglese Halo Trust. Nei primi anni di lavoro l’attività era svolta
con l’uso di pochi e semplici macchinari, mentre in seguito Joao si è
specializzato nello sminamento con i cani. Ha imparato ad addestrare i cani e a
trasformarli in fedeli compagni di lavoro e di vita. “Io i miei cani li amavo
come figli”, dice Joao. La sua grande bravura ha fatto sì che fosse mandato a
lavorare in diverse parti del Paese e, nel 2002, in Abcasia (Georgia). Lì Joao dice di aver vissuto un periodo
“bello ma anche difficile”. Bello perché per la prima volta poteva scoprire un
mondo diverso dal suo e perché riceveva un pocket money che gli permetteva di
mettere da parte del denaro per la sua famiglia, ma nello stesso tempo molto
difficile a causa del freddo e della povertà che ha trovato. “La vita da voi è
molto pesante: sembra bella agli occhi degli stranieri, ma per chi vive lì è
difficile, soprattutto per i poveri, che vengono lasciati soli”.
Una volta tornato, ha deciso di tornare al lavoro
sulle barche. Dal 2005 al 2007 ha lavorato per la riabilitazione del porto di
Quelimane, mentre dal 2009 al 2010 ha lavorato nella costruzione del ponte
sullo Zambezi, sempre come marinaio.
In seguito Joao ha iniziato ad avere diversi problemi in famiglia. Non riuscire
a seguire i suoi quattro figli nella crescita a causa dei continui spostamenti
lo faceva sentire in colpa, e per questo ha deciso di tornare a Quelimane.
Inoltre, dal 2010, sua moglie ha iniziato ad avere dei problemi di salute, che
ha risolto grazie alla medicina tradizionale. Dopo essere guarita, la moglie è
diventata una curandeira, cioè un
medico tradizionale. La tradizione, infatti, vuole che chi guarisce grazie alla
medicina tradizionale debba praticarla a sua volta. “Per lei non c’è stata
scelta e io ero molto preoccupato, anche per questo sono tornato a Quelimane”,
dice Joao.
Prima di concludere, Joao racconta che un tempo aveva tante
foto che gli piacerebbe potermi mostrare.
Un giorno, però, quando durante il suo lavoro di marinaio dormiva in una
tenda, quest’ultima ha preso fuoco e Joao purtroppo non è riuscito a salvare le
sue fotografie.
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